I cani, anche in condominio, sono esseri che godono di diritti. La responsabilità del loro comportamento ricade però sul padrone.
La normativa italiana riconosce agli animali domestici un ruolo importante nella vita delle persone. Anche i cani, per esempio, non possono più essere intesi come ospiti da tollerare o meno in un condominio. In quanto esseri viventi e importanti compagni di vita delle persone, i cani, grandi o piccoli che siano, sono tutelati dal diritto. E diventano a modo loro parte integrante della comunità condominiale.

Con la riforma del condominio del 2012, è stato introdotto un principio molto importante. Da allora non si può vietare in alcun modo ai condomini di detenere animali domestici (cani, gatti e altri animaletti da compagnia). A stabilirlo è l’art. 1138 del Codice Civile. Una norma che ha modificato dunque l’approccio alla convivenza tra umani e amici a quattro zampe in palazzi e condomini.
A ogni modo, anche se è del tutto legittimo possedere dei cani in condominio, ciò non significa che gli animali possano scorrazzare liberamente negli spazi comuni. Il diritto alla convivenza deve infatti sempre tenere conto del rispetto degli altri condomini, del decoro e della sicurezza generale.
Cani in condominio: quando scatta la multa
Per funzionare come luogo di convivenza, il condominio deve stabilire regole e limiti dettati dal buon senso. E i cani, seppur ammessi, devono rispettare alcune norme fondamentali. Nelle aree comuni, devono per esempio essere tenuti al guinzaglio e, se necessario, con museruola.
Inoltre i proprietari devono raccogliere le deiezioni e mantenere la pulizia. In generale, è vietato disturbare la quiete condominiale, soprattutto nelle ore di riposo. E riguardo all’abbaiare? I cani abbaiano, per loro è naturale, ed è impossibile farli smettere a comando.
Ciononostante, nessuno può arrecare disturbo oltre la normale tollerabilità. Lo prevede l’art. 844 Codice Civile. E se il rumore supera i 3 decibel di notte o i 5 decibel di giorno rispetto al rumore ambientale, può anche configurarsi un illecito. Il padrone, se il cane abbia troppo spesso e troppo forte, dovrebbe quindi pensare a una soluzione.

Potrebbe per esempio rivolgersi a un educatore cinofilo per correggere l’abitudine. O potrebbe insonorizzare meglio il proprio appartamento. In caso di comportamenti molesti o pericolosi, secondo l’attuale normativa, l’amministratore di condominio può intervenire pure con delle sanzioni pecuniarie, così come previsto dall’art. 70 delle disposizioni attuative del Codice Civile.
Rispetto alla libertà di tenere un cane in condominio c’è un’unica eccezione alla regola: il contratto di locazione. Il proprietario può vietare la presenza di animali, purché sia chiaramente specificato nel contratto. Se invece in un condominio è stata stabilito il divieto di avere animali domestici, la norma può essere considerata nulla.
Il regolamento condominiale può infatti introdurre limitazioni ma non un divieto assoluto. Quindi, rispetto ai cani, il regolamento può stabilire quali sono le modalità d’uso degli spazi comuni, ma senza vietare l’accesso alla struttura.