Debiti condominio in prescrizione: passato questo periodo, non possono più chiederteli

Le spese condominiali non pagate a lungo andare possono cadere in prescrizione. Ecco quanto tempo deve passare.

Nel diritto civile, il termine prescrizione fa riferimento all’estinzione di un diritto, dovuta al mancato esercizio dello stesso da parte del suo titolare per un certo periodo di tempo. Nel caso di debiti legati alle spese condominiali, se l’amministratore non agisce per recuperare quanto dovuto entro un determinato numero di anni, non può più richiedere se vengano saldati in tribunale.

Calcolatrice, euro, edificio
Debiti condominio in prescrizione: passato questo periodo, non possono più chiederteli – lacasamadre.it

Con spese condominiali si intendono i costi da sostenere per la gestione, la manutenzione e la pulizia degli spazi comuni in un edificio. Tutti i condomini sono tenuti a pagare una somma che viene stabilita a seconda di tabelle millesimali o in base al regolamento condominiale.

Queste spese possono essere distinte tra ordinarie e straordinarie. Le prime riguardano i costi per le attività di routine all’interno dell’edificio, come la pulizia delle parti comuni, la manutenzione dell’ascensore, il giardinaggio o l’illuminazione. Mentre le seconde comprendono gli interventi importanti e le ristrutturazioni. Alcuni esempi sono il rifacimento del tetto o la sostituzione dell’ascensore.

Debito condominiale, quando cade in prescrizione

Se un condomino non salda le spese dovute e l’amministratore non provvede a recuperare la somma spettante per tempo, il debito cade in prescrizione. Per capire quali sono i termini, è necessario fare chiarezza su quando inizia il conteggio della prescrizione. Il debito parte con l’approvazione della delibera che determina la ripartizione delle spese dall’assemblea condominiale.

Clessidra
Debito condominiale, quando cade in prescrizione – lacasamadre.it

Fondamentale, dunque, è il momento in cui si definisce chiaramente quanto dovrà pagare ogni condomino. Da allora inizia il conteggio della prescrizione, che è quinquennale per le spese ordinarie e decennale per quelle straordinarie. Esistono, però, casi in cui il termine può essere azzerato e ripartire da capo.

È possibile interrompere la prescrizione con un apposito atto, volto a manifestare la volontà di ottenere il pagamento del debito da parte del creditore. Quando si parla di spese condominiali, quest’ultimo è il condominio stesso, che viene rappresentato dall’amministratore. Tra gli atti interruttivi troviamo:

  • La costituzione in mora, ovvero la diffida inviata tramite PEC o raccomandata in cui si richiede il pagamento del debito entro una determinata scadenza;
  • La notifica di un decreto ingiuntivo, attraverso il quale il debitore viene obbligato a saldare quanto dovuto entro 40 giorni per non incorrere in un’esecuzione forzata;
  • Gli accordi scritti in cui viene stabilito un piano di recupero del debito o un pagamento a rate di quest’ultimo;
  • La procedura di mediazione civile, obbligatoria nei casi di liti condominiali prima che gli interessati vadano a giudizio;
  • Gli atti esecutivi in sé, come il pignoramento di stipendi, conti correnti e beni, per saldare le spese.

L’interruzione può avvenire anche tramite una dichiarazione scritta del debitore, nella quale conferma di non aver pagato le somme dovute riconoscendo il debito, o in cui provvede anche solo ad un pagamento parziale indicando nella causale “acconto quote condominiali”. In questo modo il termine si resetta e riparte da zero.

Gestione cookie