La scelta che un utente fa dello sfondo sul proprio telefono può offrire indizi sulla sua personalità. Mostrare sé stessi è sano?
Tale esercizio ermeneutico è interessante ma deve comunque essere affrontato sapendo che uno sfondo su un telefono non è un riferimento così importante per l’espressione e la definizione di una personalità. Meglio quindi evitare le semplificazioni e le banalizzazioni. Ciononostante, lo smartphone è diventato indubbiamente un medium importantissimo per l’esistenza di ogni individuo. E lo sfondo che appare su di esso può anche essere inteso come una sorta di firma emotiva.

Lo sfondo è l’immagine che l’utente sceglie di vedere, decine o centinaia di volte al giorno. E, in un modo o nell’altro, rifletterà il suo stato d’animo, la sua estetica o il modo in cui ci si vuole percepire ed essere percepiti. Chi per esempio applica sfondi paesaggistici, immagini naturali, molto probabilmente sta esprimendo un desiderio di evasione. Oppure è alla ricerca di un’immagine che possa ispirarlo.
Lo sfondo neutro o addirittura nero lascia pensare a un distacco formale o a una volontà di riservatezza massima. Poi c’è lo sfondo con un selfie o una foto personale, che rimanda a concetti come l’autostima, l’affermazione di sé ma anche al pericoloso narcisismo. Se invece la foto sullo sfondo coinvolge un partner o un familiare, l’immagine potrebbe rivelare un bisogno di connessione, una propensione più o meno sana alla sicurezza emotiva.
Attenzione, non si deve e non si può diagnosticare un quadro psicologico solo da uno sfondo del telefono. Anche perché la scelta di un determinato sfondo potrebbe essere dettata dal caso o dalla superficialità. Molto poi dipende dal contesto, dalla moda e da come il singolo vive tale scelta grafica. Volendo generalizzare, però, è possibile capire cosa significa per la psicologia avere una propria foto come sfondo del telefono.
Lo sfondo del telefono è un selfie? Ecco i significati della scelta
Chi ha problemi di autostima o di autoaffermazione potrebbe essere per esempio spinto a scegliere una propria foto come sfondo per trovare uno stimolo. Questo perché vedersi potrebbe assomigliare a un esercizio di riconciliazione con la propria immagine. O potrebbe essere un modo immediato o istintivo per ricordare a sé stessi chi si è. Ed è indubbiamente un’azione utile per valorizzarsi e mantenere un’immagine positiva di sé.

Ecco perché c’è chi imposta una propria foto come sfondo nei momenti delicati, di crescita personale o di cambiamento. Quando la foto rimanda a un momento felice, a un traguardo raggiunto o a una versione di sé ideale, l’immagine può essere intesa come un contenuto motivazionale o celebrativo. E in questi casi è facile che si tenda al narcisismo, al un bisogno di mettere sé stessi al centro.
L’autoespressione non è di per sé un segno di narcisismo, ma se vi è chiara volontà di ammirarsi, di specchiarsi in una foto in cui si appare al meglio, non si può comunque escludere un rapporto di sopravvalutazione della propria immagine. Ovviamente, la propria foto può essere anche solo un ricordo caro. E in questi casi, non c’è spazio per l’eccessiva ammirazione di sé e non ci sono neanche indizi di mancanza di empatia. Se l’immagine è eccessivamente in posa o, peggio ancora, modificata e dunque fatta per impressionare gli altri, la scelta smette di essere sana.