Nato con l’intento di superare il dolore della morte della moglie. Il parco dei Mostri rimane uno dei luoghi più suggestivi d’Italia.
Superare un lutto, si sa, non è mai semplice; c’è chi si chiude in casa, chi si butta nel lavoro, chi fa finta che non sia mai successo. E poi c’è chi, invece, prende quel dolore e lo trasforma in arte. Non un quadro, non una statua da museo. Ma un’intera distesa di pietra, popolata da mostri, divinità e creature che sembrano uscite da un sogno. O da un incubo – dipende dall’umore con cui ci si sveglia quel giorno.

Prima di entrare sai già che ti interfaccerai con fauci spalancate e occhi di pietra che ti scrutano dall’alto. Ma vederlo dal vivo è tutta un’altra cosa. Quella atmosfera ti lascia lì, in mezzo a quel silenzio rotto solo dal vento e da qualche risata nervosa dei visitatori, e ti costringe a fare i conti con quello che porti dentro. La cosa interessante? Ognuno vive questo luogo a modo suo. Tra una foto e l’altra emergono infatti interpretazioni fantasiose di chi, davanti a un mostro, vede un drago e chi ci vede la suocera.
Un viaggio dentro al Parco dei Mostri
Chi è già stato al Parco dei Mostri di Bomarzo, in provincia di Viterbo, lo sa bene; qui non c’è un ordine preciso, e forse è proprio questo il bello. Appena si varca la soglia, si cammina tra sentieri ombrosi che sembrano voler nascondere qualcosa, finché, all’improvviso, ci si trova davanti a figure che paiono uscite da un sogno con 40 di febbre. Giganti, animali mitologici, creature mezze umane e mezze bestie, persino edifici che sfidano la logica.

Gli studiosi che da anni si interfacciano con il parco, parlano di simboli segreti, riferimenti a poemi cavallereschi e messaggi lasciati dal suo creatore per essere decifrati secoli dopo. Nessuno, però, è mai arrivato a una risposta definitiva, e forse è proprio questa assenza di spiegazioni a tenere viva la curiosità dopo quasi 470 anni. Alcune statue sono così imponenti da sembrare scenografie di un colossal anni ’90, altre sono volutamente sproporzionate per disorientare chi le osserva.
C’è l’Orco, con la sua bocca spalancata che inghiotte i visitatori in una stanza vuota dove la voce rimbalza in un’eco strana e distorta. C’è la casa pendente, capace di mettere in crisi l’equilibrio di chiunque osi entrarvi, e il drago che combatte contro un leone e un cane, immobile ma eterno. Insomma, non c’è da annoiarsi. E se alla fine si esce con la sensazione di non aver capito nulla, beh, forse è proprio così che deve essere.
Si tratta dunque di luogo che merita di essere visto almeno una volta nella vita. Il biglietto è di 13€ a persona ed è presente un bar all’entrata. Tutte le info sono presenti sul sito ufficiale bomarzo.net.