Una sentenza di giugno 2025 apre a nuove interpretazioni sull’utilizzo dei giorni di permesso previsti e concessi dalla legge 104.
Sarà possibile usufruire di giorni e permessi retribuiti previsti dalla legge 104 anche per prendersi una pausa o per attività personali. Lo stabiliscono due diverse sentenza dello scorso giugno che aprono così a nuove interpretazioni sull’utilizzo dei giorni di assenza dal lavoro concessi per assistenza alla persona con disabilità.

Prevarrà la finalità assistenziale, ma due nuove sentenze emesse a giugno 2025 aprono alla possibilità di utilizzare i giorni di permesso previsti dalla legge 104 anche per uso personale del caregiver. Si darà maggiore spazio al principio di proporzionalità, per cui brevi pause o attività personali saranno ammesse se funzionali al benessere della persona che assiste il soggetto disabile.
Dal 1992, annuo di approvazione e attuazione, la legge 104 rappresenta il più importante strumento a tutela dei lavoratori che prestano assistenza ad un familiare con disabilità. Pietra miliare della legge è il diritto ad usufruire di 3 giorni lavorativi pagati -anche frazionati ad ore- da utilizzare per esigenze legate all’assistenza del congiunto disabile. L’utilizzo improprio di questi permessi può determinare anche il licenziamento per giusta causa. Ora la giurisprudenza apre le porte a nuove possibilità di fruizione di questi giorni.
Legge 104, i giorni di permesso possono essere usati dal caregiver per uso personale
Di recente la giurisprudenza ha chiarito che non tutte le attività svolte durante i giorni o le ore di permesso devono necessariamente richiedere la presenza fissa del caregiver. In altre parole i permessi possono essere usati da questi anche per uso personale, purché un nesso funzionale tra le attività da questi svolte e le esigenze assistenziali.

La Corte di Cassazione ha confermato a giugno che il licenziamento per giusta causa è valido quando il permesso è utilizzato per scopi ricreativi dal caregiver e quindi del tutto estranei a funzioni assistenziali. Con un’altra sentenza, del 1° giugno 2025, si stabilisce che un breve lasso di tempo può essere utilizzato per attività personali, quando per esempio questo utilizzo avviene per scopi terapeutici.
Un uso non improprio dei permessi, ma anzi consentito in questo è fondamentale che il caregiver verta in condizioni spicofisiche di benessere così da continuare a garantire la giusta assistenza al familiare. Non vi è data una lista di attività permesse nel caso la valutazione viene fatta caso per caso, ma in via teorica rientrano in questa categoria una visita medica come una camminata sportiva. In ogni caso, bisogna comunque garantire assistenza al familiare che necessità, quindi attraverso un’altra persona posta in sostituzione.
In conclusione, la pausa dall’assistenza diretta non configura di per sé un abuso sull’utilizzo dei permessi lavorativi, a patto però che tutte le attività svolte siano riconducibili in maniera diretta o indiretta alla giusta assistenza della persona affetta da disabilità.