In molti lo chiamano castello, e in effetti ha tutte le carte in regola per sembrarlo: l’artista ha dedicato la vita a costruirlo con le sue mani.
Ci sono luoghi che non compaiono nelle guide ma che, una volta scoperti, restano impressi per sempre. Questo giardino, incastonato tra le rocce del Nord Italia, è uno di quelli: un mondo di mosaici fatti di vetri, conchiglie, specchi e persino telefoni incollati. Non serve biglietto, solo la voglia di salire 207 scalini e lasciarsi sorprendere da un’opera che sembra viva.

In molti lo chiamano castello, e in effetti ha tutte le carte in regola per esserlo: l’artista sta dedicando la vita a costruirlo con le sue mani. C’è chi sceglie la scrittura per esprimere l’arte, chi un pennello, e chi invece raccoglie pietre, vetri e oggetti comuni trasformandoli in un mosaico gigantesco. È il caso di Nicola di Cesare, che da un angolo roccioso ha ricavato un giardino capace di parlare senza voce, e che ancora oggi sorprende chi arriva fin qui. Il luogo è facilmente raggiungibile e vale la pena visitarlo almeno una volta. E l’autunno, con i colori più morbidi e l’aria fresca di settembre e ottobre, è il momento migliore per farlo.
Dove si trova e perché merita una visita il Giardino Roccioso di Nicola di Cesare
Il Giardino Roccioso di Nicola di Cesare si trova a Grosio, in Valtellina, un piccolo paese in provincia di Sondrio. Non è un parco come tanti, ma il frutto della fantasia e della dedizione di un uomo che negli anni ’80 ha iniziato a costruire, pezzo dopo pezzo, un luogo unico. Non a caso molti lo chiamano il ‘Gaudí della Valtellina’, perché ha saputo trasformare pietre e oggetti comuni in un mondo visionario.

La sua storia comincia nel 1981, quando Nicola decide di raccogliere vetri, conchiglie, specchi, ceramiche e qualsiasi cosa gli capitasse tra le mani per rivestire muri, scale e archi. Così, nel tempo, sono nate terrazze, grotte e passaggi che oggi contano 207 scalini. Salendoli uno a uno si scoprono dettagli sorprendenti: un cuore nascosto tra i mosaici, un vecchio telefono incollato al muro, frammenti di vita che diventano parte dell’opera.
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Nicola di Cesare continua ancora oggi a prendersi cura del suo giardino, aggiungendo dettagli e nuove tessere a un mosaico che sembra non finire mai. Arrivarci è semplice: basta raggiungere via Rovaschiera 48, proprio a Grosio. L’ingresso è libero, ma si tratta pur sempre di una proprietà privata, quindi l’unica regola è il rispetto. Il consiglio è di portare scarpe comode, perché i gradini sono ripidi e il percorso stretto. Un consiglio? Il momento migliore è il tramonto. La luce che filtra tra le montagne accende i vetri colorati e i mosaici sembrano muoversi: è l’attimo in cui questo giardino diventa davvero magico.