Era l’estate del 2020 quando “Jerusalema” conquistava il mondo, diventando un inno universale di speranza e spiritualità con il suo ritmo afro house e le parole in lingua zulu. Oggi, a distanza di cinque anni, una nuova canzone sembra voler raccogliere quella stessa eredità.

Il brano si chiama “Medjugorje” e in pochissimi giorni sta già facendo parlare di sé. Ritmo incalzante, atmosfere afro house e un testo in lingua africana che richiama pace, fede e gioia collettiva. Una miscela che ha subito conquistato l’attenzione del pubblico, generando migliaia di condivisioni e visualizzazioni.
Non a caso, la canzone sta già spopolando su TikTok con balli e coreografie virali, mentre su YouTube i video dedicati si moltiplicano di ora in ora. E non è difficile immaginare che a brevissimo “Medjugorje” farà il suo debutto ufficiale anche su Spotify, pronta a diventare la colonna sonora internazionale delle prossime settimane.
Ad alimentare l’interesse è anche il mistero che avvolge la produzione: non si conosce ancora chi sia l’autore o il produttore ufficiale. C’è chi parla di un giovane talento emergente, chi ipotizza un progetto collettivo internazionale e chi addirittura sostiene che la canzone sia stata realizzata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.
Fatto sta che molti già la definiscono la “risposta a Jerusalema”, capace di raccogliere la stessa energia spirituale e trasformarla in un nuovo tormentone moderno.
Il titolo non è casuale: Medjugorje è uno dei luoghi simbolo della spiritualità contemporanea, meta di milioni di pellegrini ogni anno, e qui diventa metafora di gioia, rinascita e unione.
La domanda ora è una sola: sarà davvero questo il tormentone del 2025?
Difficile prevederlo, ma l’onda è già partita e tutto lascia pensare che “Medjugorje” sia destinata a lasciare il segno, proprio come fece Jerusalema cinque anni fa.