Venezia è una città magica e tutta da scoprire, musei inclusi, con opere d’arte che ci invidiano in tutto il mondo: proprio una di queste, però, è stata rimossa.
Venezia è una delle città più romantiche d’Italia, oltre che una delle più particolari dato che i suoi vicoli si susseguono in parallelo con degli scenografici canali. È un’alternarsi di ponticelli dove soffermarsi per ammirare le iconiche gondole galleggiare sull’acqua mentre trasportano turisti estasiati e felici di trovarsi in città.

Infatti ogni anno sono tantissime le persone che raggiungono Venezia anche per visitare i suoi musei e punti di interesse, come Chiese, piazze principali e così via. E a proposito di arte, dispiacerà sapere che una delle opere più famose e fotografate della città è stata rimossa, ed ecco di quale si tratta e il perché di questo triste epilogo.
L’opera d’arte che è stata rimossa a Venezia e perché
Uno degli artisti più apprezzati dell’arte contemporanea è Banksy che anche in Italia ha lasciato le sue tracce con uno dei suoi iconici murales. A Venezia, in particolare, c’è il “The Migrant Child”, opera realizzata sulla facciata di Palazzo San Pantalon a Venezia.
Proprio questa opera, così apprezzata e fotografata, è stata rimossa. Ma non c’è da indignarsi: questo è stato fatto per un buon motivo. Infatti l’intervento di rimozione è avvenuto proprio per poter restaurare e preservare il murale e il suo messaggio di speranza. Questa opera rappresenta infatti un bambino che indossa un salvagente e tiene in mano una torcia segnaletica di colore rosa. È chiaro il potente riferimento alla condizione dei migranti nel mondo.

Era stata realizzata dall’artista britannico durante la Biennale di Venezia del 2019 ma già da tempo, per via dell’incuria dell’intero palazzo, si era particolarmente rovinata gran parte dell’opera. Così, il murale è stato messo in sicurezza e l’intervento è partito addirittura lo scorso 3 giugno, durando così circa due mesi, sotto la guida del capo restauratore Federico Borgogni.
Prima è avvenuta la depolveratura e il consolidamento dell’intonaco con il muro sottostante. Successivamente è stata rimossa l’intera opera dalla sua sede originaria, per ricollocarla su una superficie alveolare studiata per trasferire il murale in laboratorio in piena sicurezza. In questo modo si vuole preservare l’opera per poterla poi mostrare ancora a tantissime altre persone e generazioni future.