Clemente

10 lugio 2014

A cura di Eduardo Cicelyn

Nel corso della sua carriera artistica, Francesco Clemente ha attraversato, sviluppato, abbandonato e poi ripreso temi, ossessioni, tecniche e formati diversi ad intervalli irregolari con lʼincoerenza disinvolta di un monologo interiore. tuttavia lʼintera sua opera non ha mai riposto fiducia nel gesto individuale, nella volontà singolare o nellʼespansività del soggetto creatore. e se si scosta il velo orientale e lʼalone misticheggiante che la circonda da sempre, si presenta piuttosto come un'ermeneutica del linguaggio dell'arte visiva, una sorta di concettualismo malinconico: da una parte il repertorio infinito di forme e di stili di cui dispone l'artista (eclettismo o sincretismo), dall'altra un mondo esterno, da nord a sud e da est a ovest, concepito come un gigantesco deposito per lʼaccumulo di dati sensibili. in questo senso clemente è figura tipicamente postmoderna, perché pensa la separatezza dell'arte dalla vita, cioè la distanza incolmabile e indicibile tra rappresentazione ed esperienza. il trionfo di bandiere, concepite e realizzate in india, anche con la sapiente collaborazione di artigiani locali, sembra ora celebrare la materia gioiosa dei segni che si ergono a misura del mondo, mentre il risvolto, lʼaltra faccia dei vessilli, dipana figure meno precise e le ambiguità di aforismi ricamati nellʼoro. ancora pittura e scrittura, polarità irriducibili nella tradizione occidentale, che però la mano dellʼartista ricuce proprio nel gesto della separazione: non si guardano, non sʼincrociano, ma si danno senso e si sentono lʼuna con lʼaltra. come la luce e lʼombra. se cʼè un modo per definire il fare arte di clemente al di là delle antinomie figurativo/astratto, narrativo/concettuale lo si può trovare in quello che mostrano oggi le bandiere: la sua pittura è iscrizione del mondo. non una presa, non una partecipazione, ma un taglio veloce sulla superficie, come unʼincrespatura che si tocca con mano ma che si vede solo da lontano. lʼartista è lo spettatore (qui magari lo sbandieratore) di un evento (di una festa, di una catastrofe) che percepiamo solo quando è allegoria, cioè quando lʼimmaginazione aderisce perfettamente perché si separa dalla realtà e la prende alle spalle, riscrivendola sotto forma di immagini da leggere e interpretare con cura e sapienza infinite. per dirla con blumenberg o con debord, il mondo intero è lo spettacolo della separazione. in fondo, unʼopera dʼarte.

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili

  • Senza Titolo - Bandiera - 2014

    Tecnica mista su cotone
    Dimensioni variabili