Opening

27 giugno / 24 Settembre 2013

A cura di Eduardo Cicelyn

Negli anni più intensi e creativi della fine del secolo scorso, dal 1969 al 1994, in questi spazi, in due sole stanze dell’antico Palazzo Partanna, si è fatta la storia dell’arte contemporanea a Napoli. Lucio Amelio ne fu il protagonista indiscusso con la sua visione internazionale, aperta ad ogni novità, e con l’ardore di una napoletanità rivendicata come forza di contrasto culturale alla spinta neutralizzante dell’attualità. Se si vuol riprendere quel filo interrotto e riflettere in un solo pensiero la città in cui viviamo e l’arte che viaggia veloce in tutte le direzioni del mondo, si deve ripartire da qui. Lucio Amelio aveva intuito che le visioni e i linguaggi autentici della contemporaneità, esprimendo tutta la loro energia formale, sono come le scosse di un sisma capace di smuovere dal profondo i luoghi dove la cultura s’è accumulata nei secoli, proprio quando sembra chiusa in se stessa, depositata per sempre. Si può ricominciare da qui, ancora da Napoli, se si è compreso che l’arte è una questione di forma e di potenza espressiva che alimenta le sue radici nel discorso pubblico della città europea e nel suo sottofondo oscuro, abitato dalle pulsioni inconsce e dalle volontà confuse di donne e uomini in lotta con la natura e col tempo. A costo di sfidare le idee e le mode correnti e sostenendo valori non necessariamente condivisi, gli artisti che ospitiamo, di generazioni e storie diverse, con linguaggi dissonanti tra loro, non hanno mai smesso di testimoniare ciò che nell’arte ha peso e sostanza, cioè identità culturale e morale, nonostante le turbolenze astratte della contemporaneità globalizzata. Si dovrà poter dire e mostrare che la modernità non è sempre attuale e che il contemporaneo non è sempre moderno. Ci sono grandi artisti, come quelli che espongono qui, e grandi figure intellettuali, come quella di Lucio Amelio, che lo hanno affermato nella vita e nelle opere in modo esemplare. Questa nuova galleria, aperta sul passato e sul futuro, è casa loro. Senza altre intenzioni, questa è semplicemente la casamadre dell’arte.

  • Mimmo Paladino
    Senza Titolo, 2012

    Tecnica mista su legno e alluminio
    280 x 250 cm

  • Luciano Fabro
    Piede senile IV, 2000

    Bronzo patinato e seta indiana
    125 x 60 x 60 cm

  • Antony Gormley
    Ward II, 2013

    Ghisa
    220 x 39 x 34 cm

  • Michelangelo Pistoletto
    Barriera Larga, 2007

    Serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio
    250 x 250 cm

  • Barry Le Va
    The Italian Project: Monica in Grey, Grey and Black, 2012

    Pannelli collage
    64,77 x 49,85 cm (x 6)

  • Francesco Clemente
    JK’s Walk IV, 2011

    Acquerello
    264,5 x 185,3 cm

  • Domenico Bianchi
    Senza Titolo, 2013

    Cera e sfoglia di palladio su legno
    204 x 164 cm

  • Anish Kapoor
    Untitled, 2012

    Cemento
    31 x 85 x 48 cm

  • Anish Kapoor
    Untitled, 2013

    Acciaio inossidabile e resina
    180 x 180 x 27 cm