Damien Hirst

Annali delle Arti

31.10.2004 - 31.01.2005

a cura di Eduardo Cicelyn |Mario Codognato| Mirta d’Argenzio
Annali delle Arti

Damien Hirst

Damien Hirst [Bristol, Regno Unito, 1965] è tra i maggiori protagonisti della scena artistica contemporanea. I suoi lavori sono presenti nelle principali collezioni di tutto il mondo e l’antologica curata da Eduardo Cicelyn, Mario Codognato e Mirta d’Argenzio presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha il merito di essere la prima mostra concessa dall’artista a un'istituzione italiana.
La mostra ripercorre la ricerca di questo enfant prodige, che con intelligenza imprenditoriale ha movimentato la scena artistica anglosassone, prima, e internazionale poi. Sin dalle sue prime apparizioni, alla fine degli anni ottanta, Hirst fa della provocazione e dello scalpore un canone estetico oltre che comunicativo. Le sue opere pongono brutalmente l'osservatore di fronte al terrore della morte, alle ambiguità del progresso scientifico, alle contraddizioni del sistema capitalistico, alle conseguenti difficoltà delle relazioni umane. Punto di partenza della sua riflessione è sempre la realtà, gli oggetti e le immagini della quale sono ricostruiti con attenzione oppure prelevati dal loro abituale uso e inseriti all'interno di uno spazio concettuale nuovo, come accade nella serie Pharmacy: teche di vetro nelle quali sono disposti i più diversi medicinali con un ordine rigoroso di sapore minimalista. Il valore estetico, cromatico e compositivo di queste teche evidenzia e insieme nasconde l’idea di malattia e morte che vi è celata. Analogamente a quanto accade nelle mucche sezionate o nella pecora (Away From The Flock, 1994) conservate in formaldeide, anch'esse esposte in mostra.
A Hirst va inoltre il merito di aver rinnovato la pratica pittorica contemporanea: le farfalle multicolori inserite come memento mori su omogenee superfici monocrome; i quadri bituminosi realizzati con sciami di mosche sono un ripensamento acuto della recente tradizione astratta e informale- Con la serie degli Spot painting fa il verso alla pittura post-impressionista proponendo, sotto l'aspetto piacevolmente decorativo e disimpegnato di grandi pois colorati, titoli derivati da formule chimiche di un prontuario medico. Nella ricerca estetica di Hirst, dunque, l’arte diviene stimolo all’apertura degli occhi di una società che vive all'oscuro di se stessa e sul proprio destino. Ma questo processo di conoscenza e di denuncia è messo in atto cavalcando spudoratamente miti e paure dell'Occidente contemporaneo: dalla negazione del dolore e della morte all’affermazione dell’importanza del denaro nell'arte.